Omelia Domenica V - A


 

Pochi scritti oggi possono colpire il cuore dei cristiani e con tanta forza da scuotere profondamente come un piccolo libro dello scrittore e teologo ortodosso, Paul Evdokimov, che porta il titolo L’amore folle di Dio. Con vera fede e altrettante parole infuocate, il grande teologo di San Pietroburgo, poi esule a Parigi, mette allo scoperto il nostro cristianesimo abitudinario e appagato. Così, infatti, Evdokimov vede la nostra situazione di cristiani nel mondo contemporaneo:« I cristiani hanno fatto tutto il possibile per rendere sterile il Vangelo; si direbbe che lo abbiano immerso in un liquido neutralizzante. Di fatto, si attenua tutto ciò che impressiona, scuote, e quindi appare eccessivo e stravolge le abitudini mentali. Convertita così in qualcosa di inoffensivo e banale, l’uomo non può fare altro che vomitare questa religione appiattita, prudente e troppo ragionevole». Parole forti e terribili per chi ha cuore davvero il messaggio di Gesù, ma che pongono a noi tutti una domanda: da dove viene questo cristianesimo, inoperoso e spento, che sembra stia a cuore, si direbbe, perfino a tanti uomini di chiesa?

Ma, per grazia di Dio, abbiamo oggi Papa Francesco che scuote la Chiesa quasi a più non posso, mettendo di fronte alle nostre coscienze questioni serie e tutt’altro che scontate, generiche o di passatempo. Anche le critiche del teologo ortodosso non si soffermano su una questione secondaria, ma puntano proprio all’essenziale. La Chiesa appare ai suoi occhi non come quell’organismo “vivo della presenza di Cristo al mondo”, bensì come un’organizzazione statica e un “luogo dove si nutre se stessi”. Pericolo terribile e distruttivo che minaccia soprattutto noi preti o comunque persone vicine, troppo vicine all’organizzazione ecclesiastica. Più in generale, ahimè, i cristiani di oggi non hanno il senso della missione, e la fede cristiana “ha stranamente perso la sua caratteristica di fermento” all’interno e all’esterno della Chiesa. Per questo motivo, il vangelo vissuto dai cristiani contemporanei “incontra solo una totale indifferenza”. A dire di Evdokimov, in effetti, i cristiani hanno perso il contatto con il Dio vivo di Gesù Cristo e si perdono il più delle volte in disquisizioni dottrinali. Confondono la verità di Dio con le formule di un cristianesimo secco e preciso, come le formule dogmatiche. In realtà, queste formule (credere in Dio, nei Sacramenti, nella Chiesa ecc.) sono soltanto “icone” sacre che invitano ad aprirci al mistero di Dio. Se diventano semplici formule, senza la testimonianza della vita, allora la fede si sposta verso ciò che esterno e periferico.

Invece Dio abita nel nostro profondo, nei nostri desideri e nei nostri valori, nelle nostre ansie e sofferenze perfino, ma mai alla superficie del nostro cuore! E allora non ci si stupisce più di tanto nel constatare che molti cristiani vivano una fede ridotta al lumicino, per così dire, e anche abbastanza comoda e inoffensiva. Questi cristiani – forse me per primo, ma spero nell’aiuto di Dio che non sia così – dimenticano che la fede cristiana non è una “dottrina” su Dio, ma una storia di incarnazione di Dio nella nostra vita. Dunque, non può esserci nessuna frattura fra ciò che crediamo e ciò che viviamo nella quotidianità e nella vita in generale. Ma tutto questo è possibile solo se viviamo uniti a Gesù, che è il vero sale della terra, se teniamo in conto in tutto ciò che viviamo e siamo la sua persona, il suo insegnamento e il suo esempio. Altrimenti diventiamo “sepolcri imbiancati”, non i suoi discepoli! Oggi la Parola di Gesù ci invita a questo forte esame di coscienza tra l’essere cristiani insipidi o cristiani che hanno in sé il fuoco di Gesù. E quando nella Chiesa, purtroppo, la vita e l’esempio di Gesù non brilla più, difficilmente essa si presenta come diversa dal mondo: la Chiesa diventa uno “specchio fedele del mondo”, adotta i suoi criteri e valori, ama il potere e il successo come lo ama il mondo. È perduta ogni differenza con il mondo, quel mondo che non ascolta Dio e Gesù ma soltanto il proprio ego vuoto e insipido perché non dà e non riceve amore.

 

Molti di noi, indubbiamente, reagiranno a queste considerazioni opponendo ad esse distinzioni e obiezioni (ma poi non è tutto così male, in fondo in fondo), ma la denuncia del teologo russo rimane convincente e precisa: oggi mancano dei veri maestri spirituali, mancano i santi che sanno “scandalizzare” il mondo perché incarnano l’amore folle di Dio, mancano coloro che sfidano la mentalità del mondo perché credono, ma con la vita e non a parole, che la persona di Gesù ci fa veramente liberi e salvi da tutto ciò che ci schiavizza e ci umilia come essere umani. Alla resa dei conti, infatti, le pagine ardenti del teologo russo non fanno che ricordare quelle di Gesù:« Voi siete il sale della terra. Ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato vita e calpestato dalla gente». Il sale! Un elemento semplice e indispensabile che purifica il nostro cibo, gli dà sapore, conserva e dà vita agli alimenti. E Gesù vuol dire che se noi non abbiamo (e soprattutto conserviamo!) quella fede infuocata e ardente, come quella sua verso Dio e il suo amore, diventiamo poco alla volta insipidi e sterili verso noi stessi e gli altri. Sterili perfino verso il mondo.

Al contrario, la fede in Dio è come il fuoco che animava Gesù al punto di sacrificare tutto pur di non smettere mai, a nessun prezzo e compreso quello della morte, questa fede nel Padre Suo! Sì, la fede è fuoco che brucia le scorie più egoistiche e arde dentro la parte più vitale del nostro essere, la vita dell’anima, la vita che ama e desidera amare. Non ci sono vie di mezzo: o tutto o niente. E invece, sembra che la società industriale e tecnologica ci abbia reso sì più produttivi, metodici e organizzati, ma per nulla infiammati verso la vita. Senza gioia, bellezza, immaginazione. Forse siamo caduti in una specie di “anemia di vita interiore” e siamo diventati freddi e distaccati da tutti e da tutto. Preghiamo il Signore Gesù che ci comunichi il suo fuoco interiore, il suo slancio verso Dio e da Dio il suo slancio d’amore, davvero folle, verso la vita e i nostri fratelli e sorelle di viaggio.  

 

 

 

 

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